venerdì 30 novembre 2007

Sanità al Lido e Pellestrina: la Municipalità deve riprendere l'iniziativa

C’è aria di rassegnazione mista a rabbia al Lido e a Pellestrina: le centellinate quanto improvvide uscite a mezzo stampa del Direttore generale dell’AULSS 12 sugli eccessivi costi della tutela della salute nelle due isole, volti a ingenerare inutili sensi di colpa, riescono solo a disorientare e a creare apprensione. Cosa succederà a quelli di noi che avranno bisogno di cure urgenti e non differibili? Non solo: per la qualità della vita di tutti i giorni, cosa comporterà un possibile depauperamento delle strutture di diagnosi e cura conseguente a una visione economicista del diritto costituzionale alla salute?
Ha perfettamente ragione Giannandrea Mencini, Consigliere con delega alle politiche sanitarie, ad invitare Padoan a occuparsi meno di contabilità e più di sanità; noi, meno diplomaticamente, ci auguriamo che non gli venga rinnovato il mandato, ormai prossimo alla scadenza.
Ma non basta stare ad aspettare: su di una questione di tale portata bisogna sempre tenere alta la guardia, incalzando chi ha il potere di decidere, ricordando quelli che sono gli impegni presi ed esigendone il rispetto. Insomma, bisogna riprendere subito l’iniziativa!
Nel programma del centrosinistra della Municipalità c’è un chiaro ed inequivocabile riferimento alla difesa della sanità pubblica che non può non essere erogata presso strutture pubbliche, peraltro già esistenti e attrezzate. Nel nostro caso, ciò significa che nel Padiglione Rossi (Monoblocco) nell’ex Ospedale al mare vanno concentrati tutti i servizi del distretto 02, come da accordi sindacali e come più volte ribadito dai responsabili dell’AULSS 12. Sennò, perché si sarebbe provveduto a spendere fior di milioni (quanti: quattro? cinque?) per i restauro dei primi piani della struttura? Non costituisce uno spreco ritardare il trasferimento? E’ mai possibile che si rispettino i tempi per il mega ospedale di Zelarino, mentre per la ben più modesta operazione di restauro si accumuli ritardo per un banale collaudo?
E per Pellestrina, un territorio di oltre cinque mila anime senza strutture sanitarie adeguate, cosa si pensa di fare? Se, infatti, per il Lido un’emergenza in certe condizioni atmosferiche crea grossi problemi, per Pellestrina può rivelarsi fatale.
Riconosciamo che la gestione della sanità nel nostro territorio costituisce questione assai complessa e delicata, ma riteniamo che solo l’intervento pubblico sia in grado di garantire, proprio considerato tale grado di complessità, un adeguato livello di difesa del diritto alla salute. Prospettare altre soluzioni, oltretutto estemporanee, aggiunge confusione su confusione. Ci riferiamo a chi lancia messaggi tipo “tutta la sanità al S. Camillo”. Ancora una volta siamo d’accordo con il Delegato alla Sanità: progetti in tal senso non ce ne sono, quindi inutile discorrerne. Oggi bisogna puntare al rispetto dei patti. L’AULSS 12 deve portare tutti i servizi distrettuali al Monoblocco, il centrosinistra di Lido e Pellestrina deve impegnarsi senza ambiguità per la difesa della sanità pubblica e magari adoperarsi per realizzare il concordato incontro pubblico con il responsabile dell’AULSS 12 e il Sindaco allo scopo di fugare definitivamente ogni dubbio.

Simone STEFAN –Capogruppo
Sergio TORCINOVICH - Consigliere

1 commento:

nic ha detto...

e rieccoci qua.. sono anni che ci tormentiamo perché da Venezia scappano tutti, certo i prezzi sono alti, non ne parliamo poi degli affitti, ci sono mille e mille case vuote, ma chi cerca casa ci mette mesi per trovarla e il più delle volte è uno scantinato.. e qual è la soluzione di ogni amministrazione che finora ha governato? eliminare piano piano tutti i servizi.. a questo punto è un miracolo che al lido la gente continui a vivere, è per di più è l'unico luogo del centro storico dove la popolazione non decresce anno dopo anno.. prendiamo ad esempio le scuole superiori: la gente non ci andava più. qual è stata la soluzione? eliminarle. Quando si poteva, penso, fare uno sforzo per migliorarle e per attirare gli alunni..
passatemi il parallelismo, ma all'ospedale non va più nessuno da anni perché obiettivamente non è di qualità? ma, mi chiedo, non è forse stata una politica voluta e applicata ad hoc il non migliorare l'ospedale al mare in modo da poi metterlo in vendita al migliore acquirente?
chiudere l'ospedale è un vantaggio reale per i 44 mila abitanti del litorale? è una politica per avvicinare nuovi residenti?
non credo..