giovedì 4 settembre 2008

Tolto alla madre perché di Rifondazione: intervento in municipalità

In seguito ai fatti di Catania descritti in un recente articolo de La Repubblica, il capogruppo in Consiglio della Municipalità Simone Stefan è intervenuto sulla questione all'inizio del consiglio del 28 agosto scorso, prima dell'apertura dell'Ordine del Giorno. In seguito all'intervento il Presidente della Municipalità ha espresso la solidarietà del Consiglio.
Riportiamo la trascrizione dell'intervento
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Mi scuso se ruberò un minuto al consiglio ma volevo fare una dichiarazione che riguarda la mia organizzazione giovanile. Come forse alcuni sanno, io non sono iscritto a Rifondazione Comunista con la tessera del Partito bensì con la tessera della sua organizzazione giovanile, denominata Giovani Comuniste e Comunisti. Vorrei fare questa dichiarazione perché si è verificato nei giorni scorsi, come avrete appresso dalla stampa, un fatto che reputo parecchio grave. Un ragazzo a Catania, aderente ai Giovani Comunisti, è stato tolto alla madre ovviamente in seguito ad una situazione degradata e certamente triste come purtroppo ve ne sono ogni giorno troppe. Quello che mi ha colpito è che tra le carte allegate dagli assistenti sociali, per dimostrare l'indegnità della madre e la sregolatezza del figlio, è stata inserita la tessera del mio movimento, con la giustificazione che sarebbe un'organizzazione di estremisti dediti all'uso di alcool e di sostanze psicotrope (come il quotidiano la Repubblica ha riportato).
La realtà che io vivo nell'organizzazione dei Giovani Comunisti è molto diversa: ho conosciuto ragazze e ragazzi che amano molto la politica (cosa non facile da trovare oggi, credo per nessuna forza politica), gente con idee certamente contestabili (da parte di molti lo sono e vengono contestate anche in maniera accesa), ma mossi, questo ve lo assicuro, da una volontà di conquistare una maggiore eguaglianza ed equità sociale. Ragazze e ragazzi che cercano di darsi da fare: magari, come il sottoscritto, riuscendo ad entrare in un consiglio di circoscrizione, magari lavorando in uno spazio sociale, creando momenti di socialità, oppure partecipando alle carovane della pace che vengono organizzate ogni anno (un esempio quelle in Messico e in Palestina) e vorrei ricordare che due anni fa, il 10 agosto, un nostro compagno Angelo Frammartino è stato ammazzato in Palestina proprio mentre partecipava a un programma di solidarietà per i bambini di quella terra martoriata.

Un'organizzazione peraltro che ha inciso profondamente nel processo di rinnovamento che ha vissuto Rifondazione Comunista: un processo di ricerca che ha fatto sì che il mio Partito non sia solo un'accozzaglia di nostalgici dell'Unione Sovietica ma ben altro: non per niente il circolo di questo compagno è intitolato ai morti di piazza Tien An Men.
Il giudice ha dichiarato che non ha utilizzato questo documento, ossia la tessera del mio movimento, per giustificare il provvedimento, ma certamente il fatto che un pubblico ufficiale, qual'è un assistente sociale, arrivi ad allegare la tessera di un movimento giovanile di un partito, che peraltro esprimeva fino a pochi mesi fa il Presidente della Camera (non le Brigate Rosse, insomma), per giustificare l'indegnità di una madre, mi sembra una cosa molto grave, inaudita se non in epoche che penso nessuno qui voglia rivivere.

Pertanto ho sentito questo fatto come grave sia politicamente che culturalmente: mi scuso col consiglio se ho rubato questi due minuti del vostro tempo ma in quanto iscritto al movimento dei Giovani Comunisti mi sentivo in dovere, visto che ho il privilegio e l'onore di rappresentare una comunità in un consiglio e quindi ho una possibilità di visibilità maggiore rispetto ad altri compagni che lavorano in maniera più silenziosa di me, di esprimere la mia solidarietà al compagno catanese e di dirvi queste cose. Vi ringrazio.
Simone STEFAN
capogruppo PRC-SE municipalità Lido - Pellestrina
coordinamento provinciale GC Venezia

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