martedì 23 ottobre 2007

20 ottobre, i racconti della giornata

I Giovani Comunisti hanno aperto uno spazio sul loro sito nazionale per raccogliere i resoconti della giornata del 20 ottobre dei compagni GC: potete accedervi da qui. Nel sito nazionale presenti anche foto e video.

Di seguito resoconto che proviene dal nostro circolo.

-------
Anche i comunisti veneziani non sono mancati alla manifestazione. Sveglia alle quattro, vaporetto e treno. Determinazione, allegria ma anche molta apprensione: dopo giorni di volantinaggi, attacchinaggi, riunioni e assemblee pubbliche (non sempre partecipate come speravamo), si è giunti al giorno della verità. La delusione per questo governo tra i compagni è tanta e soffia il vento dell’antipolitica: in quanti saremo? In quanti credono ancora alla possibilità di cambiare davvero le cose? In più ci si sono messe anche le ferrovie ad ostacolarci modificando l’orario del nostro treno per Roma ben tre volte nei due giorni precedenti la mobilitazione, proponendoci anche un’assurda partenza alle 4.45 da Venezia S. Lucia che rendeva difficilissima (se non impossibile) la partecipazione dei residenti delle isole. Alla fine bisogna optare allora per il treno delle 6.30, anche se costa di più. E anche le previsioni metereologiche non invogliano alla partenza...

Arriviamo a Roma presto, sulle 11.30 e ne approfittiamo per concederci un giretto in città. In effetti c’è gente in Piazza della Repubblica, ma è ancora pochina... Non ci pensiamo. Quando torniamo in piazza il popolo della sinistra, il popolo comunista c’è! È grandissimo. Ed è una meraviglia! Un mare di bandiere rosse, tantissimi lavoratori, studenti, precari pensionati uniti per far sentire la loro voce all’Italia tutta e ad un governo troppe volte sordo alle richieste della gente: la legge 30, la Bossi-Fini con i cpt, la legge obiettivo sono ancora in vigore, le devastanti grandi opere come il Mose sono state rifinanziate, i soldati sono in Afghanistan e si regala Vicenza agli Stati Uniti, i pacs sono stati abilmente insabbiati... è ora che questo governo cominci a fare le cose per cui è stato eletto, senza rincorrere la destra e i sedicenti moderati!

Noi veneziani decidiamo di dividerci: alcuni costituiscono lo spezzone della Federazione Provinciale del Partito, raccogliendosi dietro uno striscione contro le basi militari, altri sono già arrivati con “Lavoro e Società” della Cgil, altri ancora invece costituiscono lo spezzone dell’assemblea permanente No Mose. È un peccato che alcune componenti dell’assemblea non abbiano voluto partecipare, un’occasione persa. Ma ci siamo comunque. Ci collochiamo con i Giovani Comunisti e col Network delle Comunità in Movimento dietro i compagni Curdi e davanti a quelli vicentini del No Dal Molin, ai quali ci accomuna una grande vertenza territoriale in un territorio difficile per la sinistra com’è il Veneto. Il nostro striscione recita impietosamente: “Prodi e Di Pietro come Berlusconi: 4,3 milioni di euro per l’ecomostro inutile”; con amarezza ricordiamo che la “nostra” grande opera è in avanzato stato di realizzazione e col cambio di governo non è mutato assolutamente nulla: un cocktail di grandi affari e devastazione ambientale purtroppo non inedito nella città del Petrolchimico.

Iniziamo un po’ ad annoiarci: siamo fermi e non ci muoviamo. Che succede? Cosa aspettano quelli davanti a partire? Qualcuno va in avanscoperta: con grande sorpresa scopriamo che quelli davanti si sono mossi eccome, solo che non si riesce ad uscire dalla piazza se non con una lentezza esasperante. Siamo talmente tanti che siamo imbottigliati! Pensavamo di essere quasi all’inizio del corteo e invece scopriamo di essere parecchio indietro. Siamo quindi molti di più di quanti immaginavamo. Dopo un po’ svincoliamo per una strada laterale e ci spingiamo avanti, superando i camion, e finalmente camminiamo per le vie di Roma.

Ben presto perdiamo un po’ della patina ambientalista e viene fuori tutto il rosso: si alzano i pugni chiusi, si canta contessa, l’internazionale, bandiera rossa, lotta continua, fischia il vento ma anche (un po’ prosaico) “no ghe xe ostreghe, né canestrei, semo i più bei” (nota aria nella lingua del Goldoni modulata sulle note di bandiera rossa). Ed eravamo proprio belli, compagni, tutti e un milione! Arriviamo in Piazza San Giovanni e le prime cifre della partecipazione cominciano a passare di bocca in bocca: 300 mila... 500 mila... finalmente dal palco gridano “un milione” e la piazza esplode! Ci raccontano di Ingrao (“la lotta continua!”), che purtroppo ci siamo persi, ascoltiamo le storie dei precari sardi e la performance di un attore lucano che ci parla di Melfi... Alle sette mi suona il telefonino. Da casa mi dicono: “il tg3 ha detto un milione!” diffondo la notizia, siamo increduli e felici. La migliore risposta a chi parla di antipolitica, ai vari Dini e Mastella, ai sindacalisti che ieri hanno preferito ai lavoratori un convegno con i postfascisti di An, i democristiani dell'Udc e gli ultras liberisti di Pannella e Bonino. Eh sì: il popolo comunista c’è e vuole pesare. La sinistra è viva. Il governo non potrà far finta di niente.

Finita la manifestazione con i compagni del mio circolo decidiamo di festeggiare con un’ottima cena in un ristorante di S. Lorenzo, dove ci porta Gianluca, compagno veneziano, romano d’adozione. Alle 22.50 parte il treno per Venezia.

Simone Stefan
GC Venezia
Assemblea No Mose

Nessun commento: